Ma questo pesce… lo avevate sentito nominare tanti anni fa?
Io rammento mia madre cucinare il merluzzo, la sogliola, la spigola, il tonno e il pescespada, a volte, i crostacei, più raramente i molluschi ma, per la pezzogna dovetti attendere una vacanza a Capri, più o meno, durante gli anni ’90.
In quel luogo, il ristoratore che ce la stava proponendo la presantava come pesce locale, difficilmente reperibile altrove. Noi, date le circostanze, ce la “bevemmo” e continuammo a giudicarla tale fino a quando non iniziammo a vederla nelle nostre pescherie romane.
“La pezzogna! Viene dalle coste del napoletano?” Chiedevo…
“No! Perché?” Era la risposta!
In effetti il pesce è stato sempre diffuso ma il suo apprezzamento, almeno al di fuori della zona campana, è relativamente recente. Complice è senz’altro la non frequente presenza del pesce sul banco della pescheria…
La pezzogna o pagello bastardo somiglia, morfologicamente molto al pagello fragolino. La differenza fondamentale è, a mio avviso, nell’occhio. Non è un caso che il suo nome comune sia Occhiona o Occhialona… quest’ultimo mi sembra più adatto…
… malgrado il mio disegno abbia un po’ esagerato la caratteristica, la pupilla, già di per sé di notevole dimensione, è circondata da grandi occhiaie arancio che rendono perplessi gli stessi altri pesci che la osservano incuriositi… ma guardate meglio… non ho esagerato poi tanto…
Vivono in profondità, normalmente tra i 100 e gli 800 metri. Per la cattura si rendono necessari mulinelli elettrici montati su robuste canne da traina con in bobina almeno 500 m di filo e piombi che pesano più o meno un kg.
In effetti ritengo che vengano anche più in superficie poiché vengono pescate anche con palamiti o reti.
Cos’è il palamito?… ve ne ho rozzamente disegnato uno qui sopra. Si tratta di un attrezzo da pesca costituito da una cima lunga anche centinaia di metri che viene sospesa a profondità variabili, ancorata a due boe con bandierina e ad eventuali altri galleggianti.
Ad essa sono attaccati molti fili di nylon di un paio di metri di lunghezza che terminano con amo ed esca.
Comunque sia, occhialona, per sua disgrazia, è giunta in pescheria! Armiamoci, dunque, degli ingredienti “da guazzetto” e procediamo…
In olio evo (che è stato scoperto essere, come la dieta mediterranea in generale, protettivo contro l’Alzheimer ) facciamo andare aglio, peperoncino e cipolla rossa. Rosolati i primi ingredienti aggiungiamo, prezzemolo, capperi, olive, aneto e timo. Facciamo andare ancora un po’ e…
… vai con i datterini rossi!
Manca qualcosa? Ah già… occhialona!…
… aggiungiamo acqua calda e facciamo andare a fuoco moderato e rivoltando delicatamente il pesce almeno una volta, per circa 40 min/Kg.
A cottura ultimata puliamo la pezzogna cercando di ottenere dei filetti abbastanza integri che metteremo da parte. Uniamo i resti al guazzetto, aggiungiamo acqua se necessario e facciamo andare a fuoco basso e coperchio, rimestando di tanto in tanto…
… filtriamo il fumetto che avremo ottenuto…
… ed aggiungiamo il mio amato zafferano! Non resta che comporre il piatto…
… scaldiamo i filetti che si saranno, intanto freddati nel fumetto e…
… una spolveratina di prezzemolo o basilico… ma…
… ma chi ha disegnato occhialona sul piatto?
Guazzetto di pesce/Pesce/Pezzogna in guazzetto/Piatti per ogni stagione/Secondi piatti/Secondi piatti di pesce.
Quindi occhialona che volevano l esclusiva i capresi si trova anche al di fuori del territorio Campano.Al guazzetto una meraviglia!!!!!Buon appetito.
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Grazie Daniela,
grazie per l’attenzione e scusa per il ritardo. Questo pesce è diffuso ma vive in profondità ed è più pescato nelle isole. Inoltre, proprio per la scarsa presenza sul banco della pescheria, la gente lo conosce poco ed è diffidente… la pezzogna che vedi la ho comprata da Norma all’inizio di via Romana… quel giorno ne aveva due… nei giorni successivi non la ho più vista… se la vedi provala… è assai gustosa… ma non ci facciamo sentire… potrebbe non apprezzare i nostri apprezzamenti!
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