Non avete la nonna o ne avete una che non sa fare le fettuccine? Poco male… fatele fare da una delle tante vostre pazienti anziane e casalinghe! Non siete medici e non conoscete attempate donne di casa? Bene!… andate al pastificio e cercate di farvele dare fini e sottili… vi sconsiglio di chiedere quelle impastate con le uova di papera perché potreste suscitare ilarità… ma che ne sa la gente di città di quel prodotto della giovane oca che rende l’impasto più elastico e resistente con cui si ottengono fettuccine più lunghe, fini e sottili?
Un’altra ricetta con la bottarga e, in aggiunta, sempre di muggine? Immagino cosa state pensando… “deve finire quella che gli hanno regalato Paola e Dino”(vedi: “Castelluccio, quadrucci e muggine”)… eheheh… parzialmente vero! In effetti stavo, anche, pensando che se la scorza di limone stempera così bene l’aroma iodato delle uova del riccio… perché non quelle della cefala?… sono, pur sempre uova di pesce!
Sempre aglio, olio evo e peperoncino? Beh si! Inizio troppo spesso allo stesso modo… è un trio vincente e nazionale ma non posso continuare così all’infinito… dovrei prendere spunti dagli autori di un programma televisivo che ho distrattamente seguito la scorsa settimana.
C’erano degli chef, probabilmente famosi, che ne giudicavano altri evidentemente di minore statura. Quello che saltava subito all’attenzione era la deferenza con cui questi ultimi si relazionavano con i primi: “si chef”, “certo chef”, “ha ragione chef”, “mi dispiace chef”… una sceneggiata simile non l’avevo mai vista nemmeno nelle sale operatorie di maggior rango: quando arrivava il Direttore dell’Istituto Universitario il massimo che dicevamo era: “Prof…,se vuole iniziare l’intervento, faccio addormentare il paziente”.
I Principi del fornello, davano, quindi, un compito che la plebaglia della gassiera doveva portare a compimento in un certo tempo e a seconda delle proprie inclinazioni. Non poteva sfuggire che l’inclinazione era costantemente flessa verso prodotti esotici e sovente sconosciuti… era necessario stupire! Se si parlava di una cipolla doveva trattarsi di una varietà particolare e, soprattutto, di paesi lontani!
Ad un certo momento ricordo che dettero come compito “il baccalà” ed un povero chef, giovane ma, evidentemente, retrò in quell’ambiente, lo fece mantecato… apriti cielo!!! Fu eliminato “a priori” e non fu neanche assaggiata la sua ricetta. “È cosa della tradizione” fu la bolla di scomunica!
Immagino l’inorridimento di fronte ad olio evo, aglio e peperoncino al posto di olio di Argan, Rabarbaro cinese e radice di Maca delle Ande!
Ma a chi la comunicano tanta sapienza? Se la cantano tra loro?
Ma dov’è la platea olfattogustativocosciente pronta ad apprezzare?
Su, su… tranquilli… non sono tutti così… anzi… ci sono molti stellati che creano pietanze ottime da prodotti semplici, stagionali e locali con idee tanto facili quanto geniali.
Ma torniamo alla nostra facile base e facciamola andare poco… bisogna considerare che, a fiamma spenta, aglio e olio continuano a cuocere… lo avrete notato tante volte con il guanciale… spegnendo il fuoco quando è ancora morbido, lo ritrovate, dopo qualche minuto, croccante.
Togliamo l’aglio, scoliamo le fettuccine della nonna che, nel frattempo, stavano cuocendo in acqua salata, al dente. Tuffiamole nella padella di cui sopra, riaccendiamo la fiamma, aggiungiamo un mestolo di acqua di cottura e…
… mantechiamole bene. Spegniamo il fuoco ed aggiungiamo della bottarga grattugiata e dei pistacchi pestati…
… mescoliamo nuovamente e componiamo il piatto…
Su di esso grattugiamo della scorza di limone ed altra bottarga…
Primi piatti/Pasta/Fettuccine bottarga e limone/Bottarga di muggine/Autunno/Ricette d’autunno
Hanno un aspetto fantastico!!!!!!! Complimenti!
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Ti ringrazio!!!
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