R”Io Mimmo accolgo te, Nicoletta, come mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”.
Con questa formula da tutti disinvoltamente recitata o con quella, un po’ squallida, del matrimonio civile… crediamo di aver risolto tutto!… e, invece, no!… con quella frase accettiamo di far loro piacere anche offrendogli cose che a noi non piacciono… come la “catalana”!
Che sia di astice, aragosta, gamberi o cozze il significato del piatto è proprio incomprensibile… la fai bollire, ci aggiungi un’insalatina, la cipolla cruda e i pomodorini altrettanto crudi… e allora? Oggi, per l’omaggio, si sono sacrificati due astici… ma non è finita lì… eheheh…
Al solito, Claudia (il mio riferimento per il pesce vero per chi non avesse letto altre ricette) me li ha dati vivi… ed ho dovuto stordirli con un passaggio in freeser prima di far fare loro il tuffo. Non devono cuocere oltre 10 min e la pulizia deve avvenire in un piatto che permetta di recuperare il succo.
Conserviamo l’acqua di cottura… che servirà… servirà… per altro piatto!
Estraiamo le code e la polpa delle chele che utilizzeremo per la catalana e frantumiamo il resto che adopereremo… adopereremo… per altro piatto!
La catalana non richiede gran lavoro e, nel nostro caso, è stata arricchita con patate lesse…
Soddisfatto il pegno matrimoniale… passiamo all’agli avanzi!… perché nella nostra cucina non si butta niente!
Quando ci hanno portato il “cestino per il non riciclabile” il fattorino si è sentito chiedere: ” può, per cortesia, parlare italiano?”.
Aglio e peperoncino in olio evo, quindi, dopo rosolatura, cipolla, sedano e carota… poi le carcasse degli astici frantumate e una sfumata al vino bianco.
Ha inizio una lenta estrazione dell’aroma del “non riciclabile” con periodica aggiunta dell’acqua di bollitura dei crostacei ancor calda (… ma non tutta… potrebbe servircene un po’ più tardi). Dopo circa un’ora otterremo un brodo di astice ben concentrato nel quale…
… cuoceremo le?… le?… ma le LINGUINE !… risottandole, aggiustandole di sale (poco) e con l’aggiunta, a metà cottura, di pistilli di zafferano.
Se il liquido non dovesse essere sufficiente abbiamo quello di cottura degli astici che avevamo messo da parte… a mali estremi?… acqua calda!
Dimenticavo… presentiamole bene e poche… poi, in cucina, ne conserviamo la “padellata” ! Quando gli amici diranno “buone” con lo sguardo languido ed interrogativo di chi ha fame… porteremo in tavola “l’asso della manica”.
Ce le vogliamo gustare a Mont Saint Michel? Perché no? Speriamo che non piova!
Primi piatti/Pasta/Secondi piatti/Linguine all’astice/Primi di pesce/Secondi di pesce/Catalana di astice/Crostacei/Ricette da spiaggia/Estate