Ogni tanto Claudia mi fa trovare il Granchio Porro (cancer pagurus) in pescheria… sa che il mio sguardo si poserà su di lui e, quindi, rimane zitta scrutando i miei movimenti con la coda dell’occhio.
Forse la simpatia nasce dal segno zodiacale che lo accomuna al mio nove luglio, o, forse, dalla sua sfortuna… le dolci carni sono, infatti, particolarmente versatili e gustose.
Ma non me ne sono accorto solo io e, di conseguenza, la sua vita media, di 25-30 anni, non viene, spesso, vissuta fino alla fine… ma può fare in tempo a conoscere Linguina, fidanzarcisi, sposarla ed andare in viaggio di nozze, come vedremo, in Normandia… grande patria dei crostacei!!!
Ahahah… chissà se ci arriverà crabbando? Eh si!… lui cammina obliquamente come gli aerei in atterraggio con forte vento laterale. Essi adottano infatti la strategia del crab (granchio) volando in modo obliquo in accostamento alla pista di atterraggio ( puntando più a destra se il vento tira da quella direzione) per poi “decrabbare” in prossimità di essa.
Se acquistate il crostaceo in pescheria, sarà, probabilmente, ancor vivo… storditelo con un passaggio nel freeser o una lunga permanenza in frigo… non lo gettate nell’acqua bollente subito!
La sua cottura non dovrà, comunque, essere superiore ai cinque minuti. In questo tempo, come quasi tutti i crostacei, il suo colore virerà verso l’arancio…
Per la pulizia si procede separando il carapace (scocca dorsale dura) dalla parte ventrale facendo leva sull’ala caudale (triangolo che sta sul ventre del crostaceo in posizione posteriore) con un coltello da ostriche. Si lavano via i detriti e si conserva l’interno staccandolo dal carapace.
Le otto zampe e la parte ventrale asportate vengono frantumate mentre le chele
vengono separate dal corpo, aperte sulla superficie ventrale, quella nascosta, e svuotate della polpa. In tal modo risulteranno utili, insieme alla scocca che avremo messo da parte, per la presentazione del piatto.
Intanto si prepara un trito di carota, sedano e scalogno…
Si fanno andare i tre principini della cucina peninsulare, ajo, ojo e peperoncino (tanto per dirlo in “lumbard”) e, subito dopo, si tuffano gli odori precedenti… si rosolano, si aggiungono polpa, chele e frantumi del granchio, si sfuma al vino bianco e si spremono dentro i pomodorini.
Copriamo con acqua calda e cominciamo a estrarre l’aroma del generoso crostaceo… ahahah! Generoso! “Questo è ciò che pensi tu… brutto ingordo assassino!”… starà pensando la sua anima! Tiriamo con la periodica aggiunta di liquido per 30-60 min.
Quando l’intingolo è pronto si “butta la pasta”, le linguine, le fidanzate di Granchio Porro, per la precisione…
… si scola al dente e si completa la cottura mantecando nel condimento ricco di succo, polpa e scortecciature… queste ultime, quando la forchetta avvolgerà le “fidanzate”, si separano spontaneamente…
Assembliamo il piatto da portata? Si, certo però…
… poi, impiattato, andiamo a festeggiare il matrimonio di Granchio Porro e Linguina in Porro… in luogo adatto…
…in Normandia !!!
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