Nel periodo natalizio ho trascorso, con Nicoletta, una sorprendente serata da Monica e Alberto. Sono divenuti amici per motivi professionali e l’entrata nella loro casa è stata una sorpresa. Certo… si trattava di uno stupore annunciato… varcato il cancello che separa il loro comprensorio dalla città si è entrati in una dimensione agreste in cui ci si lascia inconsciamente cullare da ciò che si sta trovando oltre la barriera.
In fondo al lungo viale alberato, curvilineo sempre verso destra (credo che Alberto abbia acquistato la casa proprio per quella singolare caratteristica)… eccolo che ci attende… nel salutarci racconta che la moglie, giocando con il gatto, si è assopita con lui sul divano.
Non abbiamo avuto il tempo di dire ” aspetta che si svegli in modo naturale ” che … eccola!!! … in un baleno comprendo perché una persona così rispettosa dell’etichetta avesse lasciato trovare Monica dormiente… guardate voi stessi …
… non ho esperienza di felini ma… chi ha mai visto un gatto dormire con gli arti superiori ed inferiori ad angolo retto e la coda lunga e sinuosa penzolante? Lo avete visto?… mandate la foto…
… mi viene in mente il coniglio di Alice… ma Osvaldo è un gatto Orientale Bianco che in comune con la bestiola della protagonista del romanzo di Lewis Carroll ha solo il colore.
Oltretutto il felino, raro alle nostre longitudini, che ha una sfrenata necessità di coccole e si adombra subito in loro assenza, non ha alcuna intenzione di uscire o entrare nel tronco ma è più propenso a restare accoccolato alla padrona.
Ho detto padrona? … non saprei quanto… si sta, infatti, nel frattempo, avvicinando, minacciosa, Carmela. Questa gatta randagia che sembra trovarsi lì quasi a voler bilanciare l’immagine dell’aristocratico, slanciato Osvaldo, non ha affatto l’atteggiamento di colei che che è stata raccolta dalla strada ma, al contrario, da padrona di casa… mah… forse, essendo fisicamente la più corpulenta degli animaletti della famiglia ed avendo un’estrazione sociale un po’ ruspante… pensa che valga la legge del più forte.
Monica ed Alberto confermano la sensazione mia e di Nicoletta.
Durante l’aperitivo ci rendiamo conto che le sorprese non sono finite…
lo Stregatto e il Signor Topo? … no… non siamo arrivati a tal punto! …
ma quasi…
… ebbene quella che vedete è l’ultima cucciolata di una famiglia di Jack Russel che convive con loro da almeno tre generazioni… i loro nomi?… da sinistra: Salvo, Agata, Prospero e Cicciarosa!
In tutto questo mondo inaspettato e un po’ fantastico i componenti hanno dimenticato la loro reale identità e quindi, sotto gli occhi severi della padrona Carmela, Alberto lancia una pallina e Osvaldo, ormai “canizzato”, si contende il “riporto” con i cani veri.
Intanto Monica si è spostata nella sua grande cucina dotata di una porticina basculante nei due sensi posta nella parte bassa di una porta normale. Comprendo che serve ai componenti “più piccoli” della famiglia per andare liberamente avanti e indietro dal giardino.
Quando odo bussare alla porta immagino di stare per vedere il Re e la Regina di Cuori ma, seppur Principi, lo sono del Tribunale di Roma… ben lungi da Wonderland.
Alberto fa gli onori di casa ai nuovi ospiti… anche perché, in ambito culinario, più che come chef… è apprezzato in qualità di…
… divoratore?
L’ennesima sorpresa giunge a metà cena: sul carrello di servizio troneggia un vassoio con decine di cotolette… ma siamo in sei… oltretutto i piccoli ( ci si riferisce a Osvaldo, Carmela, Prospero… perché i rampolli di casa avevano, già da tempo, preso il largo veleggiando verso lidi più allettanti) erano stati condotti ai loro appartamenti.
Però, a ben guardare, non sono vere cotolette… si presentano assai fini e non c’è panatura ma granelli bianchi e frammenti di foglie verdi… i nostri immancabili quesiti ci fanno scoprire che si tratta della “Vitella di Monica” e che i frammenti sono di cipolline bianche e origano… “chissà quanto tempo per la preparazione“… “sette minuti a 250°C è la risposta”.
In breve capiamo tutti che la ricetta può essere introdotta nel capitolo di quelle “facilissime, rapidissime, buonissime”.
Monica, raccontando dell’origine dell’invenzione, continua a fare riferimento a suoi antenati e l’altra ospite anche ai suoi … poi, ambedue, a macellai vari ed a generazioni precedenti… insomma, di lì a poco comincio a pensare di essere l’unico a non conoscere la vitella che Ottavia minore preparava per il fratello Augusto, futuro imperatore di Roma…
Ma facciamoci spiegare bene…
Gli ingredienti sono molto semplici: vitella tagliata a fettine sottili, come prosciutto (ci penserà il vostro macellaio con l’affettatrice), cipolline fresche, pangrattato, origano e olio evo.
Si prepara, dunque, un trito di pangrattato, cipolla e origano… le proporzioni?… al solito… secondo i vostri gusti!
Si pennella la fettina di vitella con l’olio… la si può anche immergere ma si perde, poi, molto tempo a scolarla… o si fa un preparato troppo oleoso…
… la si depone una o più volte sul trito e… si dispongono le fettine su una teglia foderata di carta da forno… ne entrano circa sette, in media, per teglia, ma… sovrapponendole un po’…
… sette minuti nel forno preriscaldato a 250°C e il gusto è assicurato… con tanto di rima!
Come la vogliamo classificare? Ricetta per l’inverno romano? Che va bene anche per la primavera e l’autunno di latitudini più nordiche… mah! Facciamo che si può preparare tutto l’anno!
Le patate novelle abbinate? Ahahah… sono una mia rivisitazione delle “Pommes Pont Neuf” di”Ladurée” ma quelli sono cestini di parallelepipedi a base quadrata e qui abbiamo delle piramidi di palline ovoidali…
Secondi piatti/Ricette per tutto l’anno/Carne/Secondi piatti di carne/Vitella
che simpatici
"Mi piace""Mi piace"
Effettivamente è un ambiente allegro e movimentato…
"Mi piace""Mi piace"