Proprio così !… la nostra cucina è ricca di alimenti che ci giungono da sottoterra e, forse, non ne abbiamo coscienza o, più semplicemente, non ci pensiamo…
Bulbi, tuberi e radici… cosa cambia?…in effetti poco!… in tutti e tre i casi ci pappiamo le riserve delle piante!
Il tubero è, infatti, una parte del fusto dell’ortaggio (caule) che si ingrandisce come un serbatoio globoso per accumulare sostanze di riserva: patate, topinambur…
Le cose non cambiano molto per i bulbi che conservano e proteggono dalle aggressioni esterne i fattori utili allo sviluppo ed alla crescita della pianta: cipolla, scalogno, aglio.
Le radici che mangiamo sono, poi, quelle che aumentano il proprio volume per accumulare riserve nutritive per l’ortaggio: barbabietola, ravanello, rafano, carota, pastinaca (carota bianca) e…
SEDANO RAPA!!!…
A prima vista da una sensazione primordiale… tra il jurassico e il cosmico e, visto che siamo in tema, prepariamo un bel dinosauro!
Amalgamiamo farina di riso, acqua, sale e colore commestibile; facciamo una spessa piadina in padella, stampiamo l’animale e, con colore alimentare, dotiamolo di occhio!
Loro si alimentavano di piante e radici e chissà quanti sedani rapa si possono essere mangiati.
Che ci facciamo con il dinosauro/pizza? Mah… mettiamolo da parte… tornerà utile!
Avevamo recentemente parlato della radice a proposito della zuppa d’orzo:
“Il sedano rapa o sedano di Verona!
È una varietà del più diffuso sedano da costa ma la parte edibile è la radice. Pesante fino a 1 Kg, sferico-ovoidale, brutta e bitorzoluta ma più delicatamente aromatica della cugina.
L’aroma si deve per lo più a sostanze come il limonene ( idrocarburo che prende il nome dalla scorza del limone che ne è ricca) e selinene ( che si trova nei semi del sedano e dà freschezza e profumi erbacei)”.
Nella fig. 1 vediamo gli ingredienti compresi i dadini di speck già tostati in padella senza olio e la menta che farà la sua comparsa come guarnizione. Nella successiva(2) si fanno andare porro, carota e pochi datterini in due corpi grassi. Nella fig. 3 inizia l’aggiunta dei dadi di sedano rapa che è stato pulito come una patata anche se la scorza è, evidentemente, più spessa e dura. Nell’ultimo riquadro(4) è iniziata l’aggiunta del brodo vegetale che accompagnerà la cottura per l’ora successiva.
Amalgamiamo tutto al mixer ed aggiustiamo la consistenza, se necessario, con brodo vegetale. Il passaggio al mixer, polverizzando ogni parte solida e favorendone, di conseguenza, il contatto ed il legame con quella liquida, rende ogni preparato più denso di quello di partenza.
Componiamo il piatto con i dadini di speck, un giro d’olio evo, una grattugiata di pepe nero, un rametto di menta e…
in tavola!
Pare che la versione odierna piaccia anche al dinosauro… non lo sazia come vorrebbe?… aggiungiamo della pasta!… tagliatelle frantumate o tubini, come nella foto:
La sua espressione esprime ancora insoddisfazione? Ma ha ragione!… si impone una porzione più generosa… anche perché ha invitato un’amichetta a cena…
Tutte cose buone!!!!! Bravo e sempre attento alla presentazione un cuoco al top.un caro abbraccio
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