Perché proprio di albicocche?… poiché me ne hanno regalate più del mangiabile e devo trovare una loro possibile morte prima che diventino troppo vintage, ma potrebbe essere un sorbetto di limone, fragola, pera o qualsiasi altro frutto.
Forse anche di qualche ortaggio… ve lo immaginate? Sorbetto di cipolla caramellata! Proveremo!
Molti o tutti ritengono che sorbetto derivi da sorbire, bere, succhiare ma non so se questa convinzione sia così certa. Il termine è derivato dal turco “serbet” che è, a sua volta, derivato dall’arabo “sherbeth” (bibita fresca).
Sembra, in effetti, che, nel medioevo, sia stato onomatopeicamente associato il nome sorbetto al suono fatto per succhiare bevande fresche di frutta.
Ma queste preparazioni semidense, simili al gelato, di cui sono precorritrici, esistevano, sotto chissà quale nome, da secoli.
In tempi antichi ci si doveva ingegnare, soprattutto per il reperimento del freddo e si ricorreva, dove si poteva, al ghiaccio o alla neve. Seneca, nel I sec.d.c., descriveva un sistema di refrigerazione delle bevande che consisteva nel farle passare ripetutamente in un imbuto d’argento o panno di lino colmi di neve.
La nostra vita è, almeno o solo in questo, semplificata. Lo è ulteriormente perché la ricetta è di facilissima e rapida esecuzione. Inoltre consola il nostro cuore, così restio a gettare alimenti, destinando la frutta di troppo a certa utilizzazione… ed ecco entrare in scena le nostre albicocche che “se ne stanno andando…”
…ma niente paura… snocciolate e private delle parti non convincenti pesano circa 1 kg? Benissimo … sciogliamo, sul fuoco, 350 g di zucchero di canna in 400 cc d’acqua.
Lasciamo raffreddare tegame e sciroppo in acqua fredda e poi in frigorifero. Nel frattempo mettiamo una capiente insalatiera di metallo in freezer e frulliamo le albicocche con il mixer ad immersione.
Trasferiamo la nostra polpa di frutta nell’insalatiera che si è ben raffreddata…
… ed aggiungiamo lo sciroppo zuccherino che si è, anch’esso, raffreddato. Amalgamiamo bene e … in freezer per una notte o almeno 5-6 ore.
Quando, prima di servirlo, si lascia a temperatura ambiente, saggiare, di tanto in tanto, la consistenza e, quindi, in tavola con sobria guarnizione… in questo caso un ciuffo di citronella…
Questo me lo vengo a mangiare!
Non in terrazzo….
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